Ascoltare, sentire, condividere
Sono frasi condivise nel periodo della separazione resosi necessario per contribuire tutti insieme a superare una pandemia.
Cogliamo in esse un significato particolare, per nulla scontato. Perché, quanto più ci scavano il silenzio e la solitudine, tanto più riusciamo a riempire le nostre coppe di ciò che più ha valore. Un valore plasmato nel reciproco scambio di sentimenti.
Se a disposizione ci fosse un solo tozzo di pane, non avremmo il potere di dividerci più di qualche briciola. Ma con un solo sentimento autentico, possiamo compiere il miracolo di riempire il ricettivo cuore di ognuno di noi.
Grazie infinite a chi ha partecipato con le parole, a chi ha partecipato aspettando le parole, a chi le leggerà, a chi avrebbe voluto scriverne e ha pensato di non averne trovate, a chi è restato silenziosamente in contatto, a tutti noi che stiamo costruendo invisibili ponti e che in futuro potrebbero rivelarsi… arcobaleni.
Settimana 1 dal 16 al 22 Marzo
Tralascio ogni considerazione dolorosa, per dirvi che, in tutto questo caos angoscioso, nell’isolamento cui siamo obbligati tutti, ma soprattutto noi anziani, nel vuoto degli impegni sospesi, si è aperto per me lo spazio per riprendere con più regolarità la pratica dello yoga quotidiano! E quindi, sì, con calma, ogni mattina mescolo le posture della “sedutina” che la nostra amata Maestra ci aveva suggerito per la pausa estiva, ad alcuni saluti al sole, respirazione profonda, variazioni personali, ecc, ecc., e ne ricavo tutti i benefici promessi: energia, serenità, equilibrio.
Un rammarico: non avere fotografato il messaggio dell’ultima carta che ho pescato dal mazzo l’ultima sera (erano parole straordinarie di speranza e di amore, un invito alla fiducia che ora, a volte, un po’ vacilla).
Una promessa: ho messo da parte qualche vasetto di marmellata fatta in casa per la prossima crostata da condividere presso il Luna Sole e lì ci ritroveremo resi più forti da quest’esperienza ( come ci è stato più volte spiegato nei momenti meditativi)!
A presto, con affetto..
restare uniti, abbracciarci con il cuore, pensarci, leggerci, deve essere vissuto oggi come una nuova angolatura da cui sperimentare e approfondire una relazione che forse x troppi anni abbiamo guardato come se dovesse restare immutata x sempre
…
dopo questa tempesta spunterà un bellissimo arcobaleno e tornerà a splendere il sole!!!
Vorrei dire a tutti voi, grazie! e vorrei dedicarci questa poesia di Marcia Theophilo
“I sogni sono dentro di noi
non sono invenzioni della nostra fantasia
sono concreti, hanno colori
i sogni ci atterriscono
i sogni ci fanno felici
ci insegnano a vivere
giocano con noi, ci tormentano
ci indicano i percorsi
i sogni aprono porte
e noi voliamo per terre sconosciute…”
Speriamo di tornare a praticare tutti insieme al più presto.
Un forte abbraccio.
Settimana 2 dal 23 al 29 Marzo
Con lo yoga arrivi al silenzio, a sentire un’altra vita che pulsa in te stesso. Ti vuoti dell’ego per raggiungere quell’io che accoglie la tua vita, il tuo respiro, senti che sei parte dell’universo, sei pronto ad accogliere l’altro e donare il positivo che è in te per camminare assieme verso ciò che ci realizzerà; vivendo il presente, l’oggi.
Lo yoga ci aiuta a vivere qui e ora aperti ad accogliere il bene per donarlo nella vita di ogni giorno come ha fatto Gesù. Accoglienza, ascolto, aiuto.
Con affetto
Un abbraccio a cuore aperto.
Con gratitudine
La lontananza è l’illusione della mente.
Come diceva la nostra Gabry “non siamo mai soli”. Mai come in questo momento, si può cogliere il significato del “qui ed ora”, ovvero la preziosità, l’univocità e l’irripetibilità di ogni istante di questo percorso esistenziale.
In questo momento, sono tante le frasi della nostra cara maestra Gabry che mi risuonano. “Meravigliamoci di tutto quello che la natura ci dona”. Seppur dalla finestra, vedere una primavera in fiore, prati pieni di margherite, un cielo terso aiuta a sentirci parte dell’intero universo. “Siamo gocce di un oceano, e oceano ritorneremo”. “Siamo anime in cammino”… ed ancora “PACE, FORZA, AMORE”.
Nell’attesa di praticare tutti insieme, Vi abbraccio forte.
Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia.
Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta.
(Khalil Gibran)
(Sylvia Boorstein)
Arabe De Paolo canta in una canzone:
Coraggio amici, l’unione fa la forza e non dobbiamo avere paura perché la paura non impedisce la malattia ma impedisce la vita.
Vi voglio bene, a presto
Dal Libro Rosso di Jung
“Capitano, il mozzo è preoccupato e molto agitato per la quarantena che ci hanno imposto al porto. Potete parlarci voi?”
“Cosa vi turba, ragazzo? Non avete abbastanza cibo? Non dormite abbastanza?”
“Non è questo, Capitano, non sopporto di non poter scendere a terra, di non poter abbracciare i miei cari”.
“E se vi facessero scendere e foste contagioso, sopportereste la colpa di infettare qualcuno che non può reggere la malattia?”
“Non me lo perdonerei mai, anche se per me l’hanno inventata questa peste!”
“Può darsi, ma se così non fosse?”
“Ho capito quel che volete dire, ma mi sento privato della libertà, Capitano, mi hanno privato di qualcosa”.
“E voi privatevi di ancor più cose, ragazzo”.
“Mi prendete in giro?”
“Affatto… Se vi fate privare di qualcosa senza rispondere adeguatamente avete perso”.
“Quindi, secondo voi, se mi tolgono qualcosa, per vincere devo togliermene altre da solo?”
“Certo. Io lo feci nella quarantena di sette anni fa”.
“E di cosa vi privaste?”
“Dovevo attendere più di venti giorni sulla nave. Erano mesi che aspettavo di far porto e di godermi un po’ di primavera a terra. Ci fu un’epidemia. A Port April ci vietarono di scendere. I primi giorni furono duri. Mi sentivo come voi. Poi iniziai a rispondere a quelle imposizioni non usando la logica. Sapevo che dopo ventuno giorni di un comportamento si crea un’abitudine, e invece di lamentarmi e crearne di terribili, iniziai a comportarmi in modo diverso da tutti gli altri. Prima iniziai a riflettere su chi, di privazioni, ne ha molte e per tutti i giorni della sua miserabile vita, per entrare nella giusta ottica, poi mi adoperai per vincere.
Cominciai con il cibo. Mi imposi di mangiare la metà di quanto mangiassi normalmente, poi iniziai a selezionare dei cibi più facilmente digeribili, che non sovraccaricassero il mio corpo. Passai a nutrirmi di cibi che, per tradizione, contribuivano a far stare l’uomo in salute.
Il passo successivo fu di unire a questo una depurazione di malsani pensieri, di averne sempre di più elevati e nobili. Mi imposi di leggere almeno una pagina al giorno di un libro su un argomento che non conoscevo. Mi imposi di fare esercizi fisici sul ponte all’alba. Un vecchio indiano mi aveva detto, anni prima, che il corpo si potenzia trattenendo il respiro. Mi imposi di fare delle profonde respirazioni ogni mattina. Credo che i miei polmoni non abbiano mai raggiunto una tale forza. La sera era l’ora delle preghiere, l’ora di ringraziare una qualche entità che tutto regola, per non avermi dato il destino di avere privazioni serie per tutta la mia vita.
Sempre l’indiano mi consigliò, anni prima, di prendere l’abitudine di immaginare della luce entrarmi dentro e rendermi più forte. Poteva funzionare anche per quei cari che mi erano lontani, e così, anche questa pratica, fece la comparsa in ogni giorno che passai sulla nave.
Invece di pensare a tutto ciò che non potevo fare, pensai a ciò che avrei fatto una volta sceso. Vedevo le scene ogni giorno, le vivevo intensamente e mi godevo l’attesa. Tutto ciò che si può avere subito non è mai interessante. L’attesa serve a sublimare il desiderio, a renderlo più potente.
Mi ero privato di cibi succulenti, di tante bottiglie di rum, di bestemmie ed imprecazioni da elencare davanti al resto dell’equipaggio. Mi ero privato di giocare a carte, di dormire molto, di oziare, di pensare solo a ciò di cui mi stavano privando”.
“Come andò a finire, Capitano?”
“Acquisii tutte quelle abitudini nuove, ragazzo. Mi fecero scendere dopo molto più tempo del previsto”.
“Vi privarono anche della primavera, ordunque?”
“Sì, quell’anno mi privarono della primavera, e di tante altre cose, ma io ero fiorito ugualmente, mi ero portato la primavera dentro, e nessuno avrebbe potuto rubarmela più”.
Settimana 3 dal 30 Marzo al 5 Aprile
Ma che dono grande ci ha fatto la nostra Gabriella, siamo tutti vicini uno con l’altro, un respiro unico, e la consapevolezza di non essere da soli.
Per me, tutti i centri di Gabriella sono stati la casa del cuore e continueranno ad esserlo.
Grazie a Gabriella che mi ha accompagnato sin dai miei 18 anni e grazie … a tutte/i per tenerci per mano.
“Si vorrebbe essere balsamo per molte ferite…”.
Con affetto.
la natura invece si avvicina per abbracciarci,
mi auguro che questo silenzio non sia una barriera
ma nuovo linguaggio fatto di ascolto,
sintonie, potenti vibrazioni allora
saremo insieme, aperti, vicini…
Ci sono barriere al respiro,
se chiudiamo gli occhi però possiamo sentirlo quel ritmo che ci unisce tutti…
Un grande abbraccio silenzioso a tutti voi, a tutto il centro Lunasole, a Edi,
alla Gabry …
e la paura della paura.
Per qualche anno le cose basteranno.
Il pane nel cassetto
e il vestito nell’armadio.
Non dire mio.
Hai preso le cose in prestito.
Vivi nel tempo e capisci
che poche cose ti servono.
Accasati.
E tieni pronta la valigia.
È vero quello che dicono:
ciò che deve succedere, succederà.
Non andare incontro alla pena.
E quando arriva,
guardala tranquillamente.
È effimera come la felicità.
Non aspettare nulla.
E abbi cura del tuo segreto.
Anche il fratello tradisce
se si tratta di te o di lui.
Prendi la tua ombra
come compagna.
Scopa bene la tua stanza.
E saluta il tuo vicino.
Aggiusta il recinto
e anche il campanello alla porta.
Tieni aperta la ferita dentro di te
sotto il tetto delle cose che passano.
Strappa i tuoi piani. Sii saggio
e credi nei miracoli.
Sono iscritti da tanto tempo
nel grande piano.
Scaccia la paura
e la paura della paura.
(Mascha Kaléko)
Settimana 4 dal 6 al 12 Aprile
quando non sai se ce la farai,
disegna sogni…
…ma disegnali grandi!”
Ma certi giorni penso che io abbia ancora bisogno di questo isolamento perché non ho ancora appreso tutti gli insegnamenti che questo momento può darmi, perché non ho ancora scoperto fino in fondo quanto sia bello accettare, mantenendo la serenità e la gioia nel cuore, la privazione dell’effimero!
Buona Santa Pasqua a tutti!
Poi ne esiste un tipo ancor più nobile: il coraggio di affrontare il dolore.
“Nelle profondità dell’anima, sotto il dolore, sotto tutte le distrazioni della vita vi è un silenzio immenso e solenne, un infinito oceano di calma, che nulla può turbare. È l’estrema pace della natura, che va “oltre la comprensione””.